Ieri sera, giovedì 13 aprile dalle ore 19 si svolta presso gli impianti del Centro Sportivo Biavati di Corticella, una vera e propria festa dello sport e dell’amicizia.
Organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale Amici di We Love Football, nell’ambito dell’omonimo Torneo internazionale giovanile Under 15, Marco De Marchi, ideatore e anima del progetto insieme a Stefania Tschantret, hanno dato il via ufficiale alla manifestazione, alla presenza di tutte le squadre partecipanti al torneo, agli allenatori, algi sponsor, alla stampa e a tanti amici di We Love Football: un appuntamento speciale per celebrare lo sport nel giovedì santo.
Dopo una breve presentazione dell’edizione passata, gli auguri da parte dei testimonial d’eccezione, campioni nello sport e sostenitori affezionati, c’è stata la presentazione delle squadre partecipanti al torneo nella seconda edizione.
Protagonista di questa incredibile giornata è stato l’arcivescovo S.E. Matteo Maria Zuppi, dell’Arcidiocesi di Bologna, al quale Marco De Marchi ha esteso l’invito, e che con il suo appassionato intervento ha reso questo evento sportivo, un momento unico di emozione e preghiera.
Alla presenza dell’incaricato diocesano per la Pastorale dello Sport, Padre Massimo Vacchetti e di tutte le 16 squadre partecipanti al torneo, provenienti da nove diverse nazioni: Brasile, Spagna, Germania, Regno Unito, Croazia, Belgio, Grecia e Russia, Italia, abbiamo assistito alla lavanda dei piedi di due atleti del Palmeiras da parte dell’Arcivescovo Zuppi, in un momento di grande intensità e commozione, dove lo sport ha incontrato il volto dei ragazzi, nella preghiera e nel dialogo.
-“Imparate a “servire” i vostri compagni, nello sport come nella vita, e starete bene, perché a far prevalere la generosità come calciatori così come esseri umani, ci si sente meglio, in uno spirito di squadra e di aiuto per il prossimo”: questa la sintesi dell’intervento dell’arcivescovo S.E. Matteo Maria Zuppi, conclusosi con un Padre Nostro in tre lingue, inglese, portoghese e italiano, a testimonianza che lo sport è davvero senza confini.
Una grande festa che si è conclusa con la consegna da parte di Marco De Marchi delle targhe di partecipazione al torneo alle diverse squadre, come riconoscimento e ringraziamento ufficiale ai Club provenienti da tutto il mondo: 16 club tra i più prestigiosi del panorama calcistico mondiale: Juventus FC, Everton FC, Bologna FC, Zenit S.P., AC Milan, Atletico Madrid, B Italia, Werder Brema, FC Internazionale, RSC Anderlecht, US Sassuolo, Paok Salonicco, AS Roma, SE Palmeiras, Atalanta BC e NK Lokomotiva Zagreb.
Mentre prosegue il secondo Torneo Internazionale di Calcio maschile under 15, che coinvolge 16 squadre di 9 nazioni, sabato 15 aprile inizierà a disputarsi la prima edizione del Torneo Femminile, che proseguirà il 16, con finale lunedì 17 alle ore 9, allo stadio Renato Dall’Ara. Protagoniste tre squadre italiane: AC Cesena, Bologna FC 1909, US Sassuolo Calcio.
L’entusiasmo è alle stelle, per Stefania Tschantret, organizzatrice della manifestazione con la sua Oblivion Production, e compagna/complice del fondatore di We Love Football, il calciatore – e ora procuratore -Marco Antonio De Marchi. Lei è anche una cantante, con un passato di sportiva nella pallavolo: “Le donne devono andare avanti e affermarsi in ogni campo, e We Love Football vuole sostenere il loro talento sportivo, e insieme stimolare l’attenzione della società sulla bellezza del calcio femminile, ma anche sulle esigenze specifiche del settore”.Nella grande sala del Centro Sportivo Biavati, durante la serata di inaugurazione del 13, in mezzo all’allegra e colorata confusione della cena, ci uniamo alla tavolata delle ragazze del Bologna Football Club femminile. Facciamo subito amicizia con Marta – 12 anni, minuta, capelli lisci, espressione vivace – e Aurora – 14 anni, più alta, capelli chiari chiari e mossi, occhi grandi e azzurri. Stupisce vedere la loro prontezza ad accogliere le persone più adulte, e la naturalezza nel sapersi rapportare nel dialogo. Ma come avete iniziato, con la vostra passione? Aurora racconta la classica scenetta dei bambini amici che rifiutano di farla giocare se non in porta, perché lei è “solo una femmina”… Marta dice che per lei il calcio è sempre stato il gioco preferito. Ma alla tivù, riuscite a vedere partite femminili? Eh, no, è difficile, ne trasmettono davvero poche, hanno poche occasioni di godersi partite in tivù, che servirebbero anche per “studiare e migliorare”. E’ possibile, per una donna, fare la professione di calciatrice? No, da noi no, le calciatrici professioniste vengono pagate pochissimo. Gli occhi brillano di entusiasmo, quando nominano Alex Morgan, la calciatrice statunitense che “…in America veniva pagata bene, ora è venuta a giocare in Europa per portare il messaggio del calcio femminile”. Si parla della condizione femminile in generale, di quanto farsi strada sia difficile per una donna anche nelle professioni artistiche, e in tante altre; dell’anno in cui in Italia hanno avuto diritto di voto, ancora molto recente. Sapete cosa vuol dire, essere delle apripista? Annuiscono sorridendo…. Sì, lo sanno. Il calcio femminile deve rafforzarsi e diventare popolare come in Francia, dicono ispirate. Poco più avanti, è seduta la loro allenatrice Cristina Cassanelli, oltre 200 partite disputate in Serie A, quattro scudetti e una Supercoppa Italiana, Nazionale Italiana. Da lei, rilassata e scherzosa, sappiamo che le attività del Bologna Calcio Femminile coinvolge 150 calciatrici, comprese le giocatrici della squadra delle “grandi”, in serie C. In cosa sono speciali Marta e Aurora? Marta ha un dribblaggio bellissimo, Aurora è molto brava a portare avanti la palla. E lei, quando ha iniziato? “Oh,” – si sminuisce – “io sempre stata pazza per il calcio, ho iniziato nei primi anni ’80”. Nei suoi primissimi anni d’infanzia, desumiamo. E ridiamo. Ma come sono sportive, queste sportive!
Sul we love football youtube channel, Stefania ha caricato il video dell’incontro con Suor Daniela di Gubbio, che palleggia in modo fantastico davanti a un ammirato Marco Antonio De Marchi. “Palleggiare mi fa ricordare che la vita è anche un gioco bellissimo”.