Tag: lutto

Cuneo – Pro Piacenza: il match farsa con punteggio clamoroso 20-0

Domenica è andata in scena una delle partite più brutte della storia del calcio italiano. Serie C, girone A. Cuneo – Pro Piacenza, risultato con punteggio clamoroso: 20 a 0.

Riepiloghiamo i fatti.

I giocatori del Pro Piacenza non recepivano gli stipendi da 3 giornate e da altrettante rinunciavano a giocare e dunque nell’ultima domenica il club piacentino ha dovuto attingere dai ragazzi del settore giovanile per evitare la radiazione con una quarta rinuncia. Esattamente 7, ovvero il numero minimo legale per iniziare una partita, in 6 infatti non si può cominciare. 7 di cui uno è il massaggiatore, Alessio Picciarelli, 39 anni, il quale ha dovuto giocare perchè Isuf, un 2001, aveva scordato il documento a casa.

Tutto davvero surreale e cosi si è iniziata una vera e propria farsa conclusasi con il risultato record di 20 a 0.
Nelle ultime ore è arrivata la stangata, doverosa viene da dire, contro quanto successo.

https://youtu.be/GhQVoTZEmpQ

 

“La decisione della Federcalcio di revocare l’affiliazione del club, si apprende, è stata presa dopo “le gravi violazioni regolamentari nella partita di Cuneo, tali da far venire meno le condizioni minime previste dal sistema federale per la partecipazione al Campionato di Serie C, che si aggiungono alle altre numerose irregolarità documentate”.

Il giudice sportivo invece, oltre all’esclusione dal campionato e la sconfitta a tavolino, ha anche sanzionato il massaggiatore-calciatore, con una squalifica fino al 31 dicembre, e uno dei tesserati, Salvatore Adelfio, inibito fino al 31 dicembre 2021. Il Pro Piacenza inoltre dovrà pagare una multa di 20mila euro.

Infine, anche il Tribunale Federale Nazionale ha punito, assieme ad altre tre società (Matera, Cuneo e Lucchese) il club emiliano per la mancata presentazione di una garanzia fidejussoria: le quattro squadre dovranno scontare 8 punti di penalizzazione nella stagione sportiva e pagare un’ammenda di 35.500 euro.”

SOLIDARIETA’ E UN ABBRACCIO AI 7 EROI MANDATI ALLO SBARAGLIO

Ora a chi ne ha le competenze spetta il compito di fare in modo che una cosa del genere non accada più, noi semplicemente ci teniamo a mandare un abbraccio ai 7 ragazzini che domenica sono stati, non per colpa loro, umiliati a livello nazionale.

Inoltre, andrebbero spese parole di vicinanza anche per i ragazzi del Cuneo, che purtroppo negli ultimi giorni sono stati insultati da migliaia di tifosi sui Social rei di non aver portato rispetto nei confronti degli avversari. Considerando che quanto successo domenica non è calcio, probabilmente il 20 a 0 è un bene che si sia materializzato, perchè senza un punteggio cosi clamoroso probabilmente una realtà cosi vergognosa non sarebbe mai venuta a galla.

Questo calcio non è quello che vogliamo.

 

Articolo di Alessio De Giuseppe

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Nicolò Zaniolo, classe 1999, è entrato nella storia della Champions League

19 anni. Il primo ottavo di finale di Champions League della tua vita. La tua squadra deve fare gol per risolvere una serata difficile.
Edin Dzeko la protegge, in area, te la passa e tu segni.
Sotto la tua curva.
Sei minuti dopo, ancora.

Non è un sogno Nicolò, è tutto vero!

Nicolò Zaniolo, classe 1999, ieri è entrato nella storia della Champions League segnando una doppietta incredibile al Porto a diciannove anni.
Aveva esordito contro il Real Madrid al Bernabeu, ora mister Di Francesco non può farne a meno, un predestinato.
Il futuro della nazionale italiana.

 

Quando a settembre Roberto Mancini aveva convocato in Nazionale Nicolò Zaniolo, ragazzo di appena 19 anni che non aveva mai esordito in massima serie, in molti si sono chiesti per quale motivo lo avesse fatto. Adesso, a quasi 5 mesi di distanza da quella convocazione, tutti gli appassionati di calcio hanno capito che il commissario tecnico ci aveva visto lungo e che Zaniolo è probabilmente il miglior prospetto del nostro Campionato.

Oltre a questo, protagonista assoluto nell’andata degli ottavi di Champions contro il Porto, Nicolò è diventato il più giovane italiano a realizzare una doppietta nella storia della competizione. Una serata magica per il 19enne Zaniolo, predestinato del calcio azzurro con la benedizione di Fabio Capello: “Ha personalità, forza e qualità. Cerca sempre la giocata come Pogba

Nicolò Zaniolo è l’erede di Totti?

Nato a Massa il 2 luglio del 1999, Nicolò Zaniolo viene preso dalle giovanili della Salernitana nel 2008. Bastano due anni ed i talent scout della Fiorentina decidono di puntare sul ragazzo per farlo crescere nel vivaio. Nel 2016 si svincola dalla Fiorentina e va a giocare per la primavera della Virtus Entella, l’anno successivo compie il suo debutto tra i professionisti a soli 17 anni: giocherà 7 partite nel campionato di Serie B, sufficienti per convincere l’Inter a puntare sul suo talento ed offrire 2 milioni di euro alla società ligure per aggiudicarselo.

Nella stagione 2017/2018 – la prima in una squadra di Serie A – Nicolò non scende in campo nemmeno un minuto, ma ha modo di mettersi in mostra prima nel campionato Primavera (vinto con l’Inter), poi all’Europeo under 19, competizione in cui brilla e diventa decisivo per conquistare la finale, poi persa contro il Portogallo.
Successivamente, in estate viene ceduto alla Roma nell’ambito dell’affare Naingolann. Esordisce in Serie A il 26 settembre e segna il suo primo gol in massima serie il 26 dicembre, da quel momento è cresciuto esponenzialmente mettendo a segno 5 gol negli ultimi 9 incontri, gli ultimi dei quali contro il Porto in Champions.

Inoltre, della sua vita privata si sa ancora poco, è un ragazzo riservato che mette spirito e corpo nel sogno di diventare un calciatore professionista. Sempre con lui, in ogni partita, a fargli da supporto e da prima tifosa c’è la madre Francesca Costa, seguitissima su Instagram.

 

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Lacrime per il Flamengo in lutto

Per il mondo del calcio la scorsa settimana è stata terribile. Oltre alla scomparsa di Emiliano Sala, in Brasile c’è stato un incendio nel centro sportivo delle giovanili del Flamengo. Dieci ragazzi hanno perso la vita, tutti fra i 14 e i 17 anni.

Appena è stata resa nota l’età delle vittime purtroppo abbiamo constatato che tra di loro alcuni avevano partecipato all’ultima edizione del nostro torneo We Love Football 2018. Nella terribile attesa, i nostri pensieri e le nostre preghiere sono stati rivolti ai ragazzi che erano ancora in pericolo di vita e alle famiglie di chi invece non ce l’ha fatta, giovani calciatori che erano lì per inseguire un sogno.

La tragedia è avvenuta venerdì mattina, è andato a fuoco il centro di allenamento del settore giovanile del Flamengo, a Rio de Janeiro. Hanno perso la vita nel rogo 10 ragazzi, di età compresa fra i 14 e i 17 anni e 3 sono stati i feriti, di cui uno in gravi condizioni. L’allarme è stato lanciato poco dopo le ore 8 italiane, erano le 5 a Rio. Sul posto i Vigili del Fuoco hanno cercato di domare l’incendio che ha colpito il centro sportivo “George Helal”, nel quartiere di Vargem Grand. La prima squadra ha sospeso subito l’allenamento e la gara di campionato contro il Fluminense.

Domenica a Rio de Janeiro si sono tenuti i funerali dei giovani calciatori che ci hanno lasciato. Una vera e propria marea umana ha preso parte alle esequie.

Un’incredibile folla rubronegra, tutta unita per dare l’ultimo saluto ai dieci ragazzi. Sognavano di diventare calciatori, invece sono stati protagonisti di un tragico destino.

 

In segno di vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime, e in memoria dei giovani calciatori, tutti i giocatori che hanno preso parte alle gare della quarta giornata di ritorno della Serie A sono scesi in campo con il lutto al braccio.

Il match a San Siro di Lucas Paquetà è stato molto particolare. Il centrocampista ha segnato il suo primo gol in maglia rossonera, sfruttando alla perfezione un cross di Calabria, tuttavia la mente era in Brasile e a quanto è successo ad alcuni giovani calciatori del Flamengo.

L’affetto che Paquetà ha ricevuto dal Flamengo è qualcosa di immenso, e dodici anni non si possono dimenticare in fretta. A tal proposito lo stesso giocatore ha voluto tributare un messaggio di cordoglio tramite Instagram: “La tristezza che ci lascia questa notizia è immensa. Ho passato 12 anni della mia vita vivendo quell’ambiente: il desiderio di diventare ragazzo dalle giovanili, sogni e traguardi interrotti da una tragedia a cui non riesco a credere! Auguro forza alla famiglia e agli amici, affinchè Dio possa confortare il cuore di ognuno! Preghiamo”.

Venerdì l’incendio era scoppiato nell’alloggio per i ragazzi delle giovanili, quelli che arrivano da altre città e che studiano e si allenano a spese del Flamengo. Le fiamme hanno devastato la struttura e quando i vigili del fuoco sono arrivati sul posto alle 5.17 del mattino, era già troppo tardi per i giovani, sorpresi dalle fiamme mentre dormivano.

Marco Antonio De Marchi scrive:

In qualità di Presidente dell’Associazione “Amici di We Love Football” e come uomo, sono vicino più che mai a tutte le persone che sono state colpite da questa immane tragedia. Ospitare a Bologna centinaia di ragazzi e ragazze da tutto il Mondo, è per tutti noi un momento di grande condivisione di emozioni. Ogni ragazzo che si affaccia nel mondo di We Love Football diventa immediatamente parte integrante della nostra grande Famiglia. E di conseguenza rafforza un legame basato su sentimenti ed affetti. Apprendere ciò che è accaduto, ci provoca sconforto e dolore, tristezza ed impotenza. Sapere poi che alcuni di questi sfortunati ragazzi siano stati al torneo We Love Football lo scorso anno, fa aumentare la commozione e la rabbia per la crudeltà che a volte la vita ci riserva. Ci resta solo una preghiera affinché questi Angeli, che sono volati in Cielo, possano riposare in pace ed illuminare il Cielo con la loro stella. Non vi dimenticheremo mai.”

 

Vogliamo ricordare con grande affetto soprattutto Christian Esmerio Candido, 15 anni, portiere anche delle nazionali brasiliane giovanili, che abbiamo potuto conoscere e apprezzare durante il torneo internazionale di calcio giovanile under 15 We Love Football del 2018 a Bologna. Il suo sguardo gentile rimane nei nostri cuori.

A destra Christian Esmerio Candido, 15 anni, portiere

 

Tra le vittime anche Athila Paixao, Vitor IsaiasPablo Henrique da Silva Matos, di 14 anni, Arthur Vinicius de Barros Silva Freitas, che avrebbe compiuto 15 anni tra pochi giorni, Jorge Eduardo Santos, Samuel Thomas Rosa, Gedson Santos, Rykelmo de Souza Viana, e Bernardo Pisetta, 14 anni, brasiliano a tutti gli effetti, ma di chiare origini trentine, come il cognome lascia capire. Il trisnonno era tra quelle trecento persone che lasciarono Fornace per trasferirsi in Brasile. Pisetta era annoverato tra i giovani più brillanti e promettenti del panorama calcistico brasiliano. La stampa sportiva lo aveva già accostato a quel Danilo Padilha, portiere della Chapecoense morto poche ore dopo l’incidente aereo del 28 novembre 2016, quando la squadra si stava recando in Colombia per giocare la finale di Coppa Americana contro l’Atletico National. Bernardo ha dovuto condividere con il suo mito calcistico anche una morte prematura. 

Tre i feriti gravi, uno gravissimo: si tratta di Jonathan Cruz Ventura, 15 anni, che ha ustioni sul 35% del corpo. Feriti in modo serio anche Cauan Emanuel Gomes Nunes, 14 anni, e Francisco Diogo Bento Alves, 15 anni.

 

Tutti ragazzi che sognavano di diventare giocatori professionisti con la maglia rossonera del “Fla”.

 

Lucas Paquetà

 

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