Arrivo in Piazza del Nettuno con largo anticipo, il collegamento è tra un’ora ma adoro gustarmi tutto ciò che viene “prima della tempesta”. Prendi confidenza con il luogo, con gli odori, con i rumori: nulla deve essere lasciato al caso. Poi inizi a pensare a cosa deve succedere, provi a prevedere gli intoppi, pensi a quello che puoi raccontare e quello che non devi raccontare.
Qualche sciarpa si inizia a vedere e penso “si, sono nel posto giusto”.
C’è anche qualche maglia, di quelle sbiadite, usate ai calcetti o allo stadio, intrise di vissuto, lavate e rilavate ma con un valore che aumenta anno dopo anno.
Si perché la maglia da calcio – specie, se della tua squadra del cuore – è il cimelio più importante che tu possa custodire, rievoca in te una stagione, una partita oppure un giocatore.
Ecco una maglia di Destro, poi una di Baggio, Diamanti, Signori, Santander e poi iniziano a diventare troppe.
Eh già mentre ero immerso nelle fantasticherie il tempo ha corso alla velocità di un terzino destro.
Il cellulare suona, è la regia che chiama: “Alessio sei pronto? Davanti alla telecamera!”.
Una sistemata ai capelli, sorridi ma non troppo: si parte.
Il primo pensiero è raccontare cosa sta per succedere, il Bologna Fc aveva chiamato a raccolta i suoi tifosi in Piazza del Nettuno per una foto senza precedenti.
In un battito di ciglia la Piazza da vuota era diventata pienissima. Ero circondato, dovevo gestire le voci, via con le domande banali: “cosa si aspetta da questa stagione?”
ho subito notato che i tifosi erano un po’ impreparati: sai il caldo, l’estate, la gente pensa al mare e non al calciomercato, eppure mi continuavo a domandare perché fossero lì, cosa li avesse spinti ad andare sotto il sole a fare una foto.
“Quando il capo chiama, noi rispondiamo sempre” mi ha detto un tifoso, al quale ho appuntato “Il capo? Joey Saputo?” – “No, no. L’unico capo che conosco è il Bologna”
allora li ho capito che indipendentemente dal momento storico, dal periodo dell’anno e dal motivo, quando bisogna fare qualcosa per la squadra del cuore il tifoso è il primo a farla perché sa che, presto, quella passione può ricambiare tutto.
Allora decido di stare zitto, basta parlare al microfono lascio parlare immagini e suoni, cori e urla.
E tutto solo per una foto, il Bologna non ha mica vinto niente.
Ma in fondo cosa c’è di meglio che possa rappresentare la passione per la propria squadra di calcio se non quanto fatto dai tifosi rossoblu con questo gesto? Poco o nulla.
In totale sono stati quasi 2000 gli arrivati per lo scatto.
Quei 2000 che hanno un valore nettamente superiore rispetto ad un giocatore da fotografare e mettere in copertina per tutto l’anno.
Perché alla fine il calcio è di tutti, soprattutto dei tifosi, che amano indipendentemente da ogni cosa.
“Alessio abbiamo finito. Togliti pure gli auricolari”.
Ah già è vero…
Grazie ad Alessio De Giuseppe, giornalista di Ètv, per averci raccontato con aneddoti in prima persona la serata organizzata dal Bologna Fc mercoledì 26 giugno in Piazza del Nettuno, un momento speciale di condivisione con le famiglie, i bambini, i tifosi fedeli, e il centro della nostra città. Perché il calcio è unione e gioia, è festa.
https://www.facebook.com/etvrete7/videos/vb.522778741127268/2532362336795745/?type=2&theater
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