il calcio ai tempi del Coronavirus

Il calcio ai tempi del Coronavirus

In tempi di pandemia mondiale da Covid-19 tutto è sospeso, destinato a cambiare, anche il calcio.

La scorsa settimana lo sport ha deciso in modo unanime di fermarsi, mentre questa settimana sarà quella delle riunioni per capire se e come ripartire. Tutto, ovviamente, subordinato allo sviluppo dell’emergenza. 

Sul web abbiamo visto e letto di tutto, dalle polemiche sui tamponi fatti ai calciatori alle video challenge lanciate sui social network dai calciatori rinchiusi nelle proprie abitazioni. Noi di We Love Football vogliamo dare spazio solo alle azioni positive, costruttive, a tutte le notizie che ci danno una speranza nell’animo umano e nella forza di ricominciare dopo questa quarantena, per questo vi raccontiamo qualche fatto vero di questi giorni.

Leo Messi in questo periodo di assoluta delicatezza in Europa e non solo, è sceso in campo in prima persona per dare una mano contro il COVID-19. Secondo quanto riporta AS.com, la Pulce ha donato un milione di euro, l’ammontare di tre giorni di stipendio, che saranno suddivisi fra l’ospedale Clinic de Barcelona e un’altra struttura in Argentina.

Cristiano Ronaldo, insieme al suo procuratore, Jorge Mendes, ha deciso di affiancare chi è in prima linea contro il coronavirus e ha effettuato una donazione del valore di un milione di euro a beneficio di due strutture ospedaliere di Lisbona e Porto. Grazie al contributo verranno realizzate due unità di terapia intensiva all’Ospedale di Santa Maria, a Lisbona, per un totale di 20 lette, dieci per unità.

Anche Romelu Lukaku ha dato il suo contributo per contrastare il Coronavirus. “L’Italia è un Paese incredibile, che ha fatto tante cose buone per me e la mia famiglia. Per questo io voglio aiutare questo Paese e fare una donazione di 100mila euro all’ospedale di San Raffaele“, ha spiegato il centravanti nerazzurro nel suo accorato messaggio.

L’attaccante belga dell’Inter ha aderito alla campagna del club, #TogetherAsATeam: lo stesso Daniele Rugani, primo calciatore italiano a risultare positivo al Coronavirus, ha effettuato una donazione. Il suo esempio è stato seguito da Leonardo Bonucci e la moglie Martina Maccari, che hanno versato 120mila euro.

Non mancano nemmeno iniziative trasversali, come quella dei tifosi della Lazio che hanno coinvolto il difensore del Milan Alessio Romagnoli per raccogliere fondi per l’ospedale di Civitavecchia.

I club di Serie A valutano il da farsi per affrontare la crisi economica legata all’emergenza Coronavirus. In particolare, tra le idee vi è quella di ridurre gli stipendi dei calciatori del 25%. Da concordare con il singolo tesserato.

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha parlato sulla possibile data di recupero del campionato di Serie A:

Una data oltre la quale è impossibile portare a termine la stagione? Dipende. L’Italia ha maggiore difficoltà nel recupero perché abbiamo 13 gare da recuperare e probabilmente si dovrà inserire le partite delle competizioni internazionali. Parlare di date non ha alcun senso. Dobbiamo essere consapevoli e coscienti che per definire il nostro campionato ci servono 45-60 giorni. Se ci vengono concessi il mese di luglio e quello di agosto, così come si sta orientando la Uefa e tutte le federzioni, potrebbe quello il periodo di riferimento. Al di là di come andrà a finire, ne parliamo perché è giusto farlo, ma dobbiamo concentrarci innanzitutto sul fatto che a partire dal campionato 20/21, il calcio possa ricominciare con entusiasmo e una nuova filosofia

Queste le ultimissime notizie ed aggiornamenti sul mondo del calcio:

L’attenzione di tutto il sistema calcistico internazionale è focalizzata su un solo tema: trovare il modo di concludere i tornei sospesi a causa dell’emergenza sanitaria in atto. A tal proposito è stata fissata oggi una nuova riunione fra UEFA, ECA e le varie leghe europee per trovare una soluzione che consenta il raggiungimento di tale obiettivo. La ripresa è considerata da praticamente tutti i club di Serie A una necessità anche finanziaria poiché, come riporta lo studio de La Gazzetta dello Sport, l’indebitamento complessivo delle 209 società della massima serie si attesta sui 2,5 miliardi di euro. Di questi circa 1,5 sono debiti nei confronti delle banche e degli istituti di factoring dai quali le società hanno già ottenuto (e quindi speso) gli anticipi di quei proventi televisivi che oggi sono a rischio proprio a causa dell’emergenza. Ecco perché, con un indebitamento così elevato, non riprendere il campionato rischierebbe di portare all’implosione del sistema.

Il presidente del CONI Giovanni Malagò, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera dove ha parlato anche della reazione del calcio italiano alla crisi per il Coronavirus: “Ho contatti frequenti con Gravina che ringrazio per gli aggiornamenti costanti. La Serie A è un mondo a parte, che ha situazioni economiche diverse da tutte le altre realtà. Giocherà la propria partita e io non posso far altro che rispettarla. Chiudere subito la stagione? Il calcio deve fare i conti con il virus. L’agenda la detta il Governo e al momento non ci sono certezze“.

Si terrà in giornata una riunione tra Lega di A, sindacato calciatori, allenatori e le altre leghe del calcio italiano, per valutare il futuro del nostro pallone. Sul tavolo il documento presentato alla FIGC e recepito con soddisfazione da Gravina che sarà girato al Ministro Spadafora. Saranno discusse tematiche come il taglio agli stipendi, le ipotesi per la ripresa delle attività e le altre tematiche legate al futuro del movimento calcio.

Non ci resta che aspettare a casa e organizzarci al meglio per la ripresa.

 

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