Caro figlio calciatore | Nicolò Poppa ⚽

Quando arriva l’alba dell’adolescenza il rapporto tra genitori e figli diventa sempre più complicato. I ragazzi/e vivono momenti determinanti per il loro futuro, spesso emotivamente forti e decisamente difficili.
La situazione è già turbolenta quando si parla di scuola e tempo libero, ma aggiungici anche la pratica agonistica di una disciplina sportiva e la nascita di un sogno professionale, e avrai la tempesta perfetta.
Le famiglie hanno bisogno di un supporto adeguato per aiutare a far crescere più forti e determinati gli adulti di domani. Perché le sfide della vita sono appena iniziate e le difficoltà si possono superare.

Insieme.

Il ruolo di una mamma è determinante in questa fase di crescita, voi lo sapete bene e ce lo state raccontando all’interno della Community Facebook GenerazioneF.
Quindi, oggi pubblichiamo la prima lettera che ci ha inviato Stefania Civitate, indirizzata al figlio calciatore Nicolò Poppa. La troverete qui in versione integrale, carica di emozioni, e potete vedere anche questo estratto video che abbiamo realizzato con lei: GUARDA IL VIDEO.

Grazie Stefania per le tue parole.

Ciao Nicolò, è la tua mamma che ti scrive per dirti ancora una volta che non devi mollare mai, che devi sempre far bagaglio di tutte le cose che ogni mister ha da insegnarti, ma allo stesso tempo non devi mai, e dico mai, permettere a nessuno di dirti che non vali, perché tu in questi 11 anni della tua carriera calcistica hai dimostrato sempre il contrario.

Ricordo come se fosse ieri quando il mister Olivo ti faceva fare allenamento sulla neve: avevi i piedini così piccoli e così congelati che ti dicevo “Nico stai a casa fa troppo freddo” ma la tua risposta è sempre stata la stessa “mamma io voglio fare il calciatore e loro non si fermano se fa freddo”

😜 Avevi ragione.

Oppure quando, sempre Olivo, ti diceva “sei un testone vuoi sempre fare tutto da solo” ma poi segnavi e lui era contento, anche se non ti ha mai detto “bravo Nicolò”. Ricordo che io ti dicevo che se ti sgridava era perché ci teneva e tu piangevi.

Quando ti ha chiamato la Juventus nessuno poteva pensare che saresti arrivato fino a qui, nemmeno io che ho sempre creduto in te. E’ stata un’esperienza unica, e lo è ancora, piena di sacrifici da parte di tutti noi e tanti soldi spesi, ma vederti felice ripaga di tutto…

Quando nel 2014/15 ci hanno detto che il Cesena ti voleva in prestito mi è crollato il mondo addosso: tu, un ragazzo di 14 anni, in una città cosi lontana dalla tua, invece tu sei stato coraggioso, mi hai guardato e mi hai detto “io non ci vado in prestito perché voglio firmare con loro per la fiducia che mi è stata posta”. Noi ti abbiamo sostenuto è supportato sapendo che sarebbe stata dura, anzi durissima, ci volevano tanti soldi e noi con un mono stipendio non ne avevamo, ma per il tuo sogno abbiamo fatto i salti mortali e ti siamo sempre stati vicino…

A gennaio 2015 la tua Juve ti ha richiesto. Eri appena ripartito, ma io non ci ho pensato due volte a venirti a riprendere il giorno dopo. Siamo tornati a Torino la sera stessa dove hai firmato il tuo contratto.

Non è stato subito facile non giocavi, o se giocavi lo facevi per poco tempo, ma eri a casa vicino a noi, poi il direttore sportivo mi disse di aver pazienza (come se ne avessi avuta poca in tutti questi anni) perché nel calcio non devi essere solo bravo. Devi essere simpatico al mister, devi sempre abbassare la testa, devi esserci sempre, e soprattutto avere sempre il sorriso stampato in faccia, anche quando magari sei convocato con il terzo gruppo.

Se penso davvero al tutto il tuo percorso mi vengono i brividi, però aveva ragione il direttore sportivo perché tu quello stesso anno hai segnato in semifinale e in finale diventando campione d Italia!

Bene, eravamo tutti molto felici e speranzosi che le cose potessero cambiare, ma non è stato così perché l’anno dopo è stata la stessa storia, lo stesso posto, è iniziato il campionato è tu eri in panchina ancora, non so il perché, ma forse ho smesso anche  di pensarci.

La stagione l’hai finita con 16 presenze e 13 goal (scusa se è poco) giocando di nuovo una semi finale, e una finale, che purtroppo non è andata come l’anno precedente.

Come tu ben sai il pallone è rotondo e non sempre si può vincere..

Adesso siamo in attesa di vedere cosa succederà, anche se io più o meno un’idea me la sono fatta, ma non fa niente.

Tu non devi fermarti mai perché in tutti questi anni di treni, di pullman, di trasferte e di viaggi meravigliosi, hai imparato tanto…

Sono certa che avrai ancora tanto da imparare.

Il mio augurio per te, e per tutti quelli che come te hanno un sogno, è proprio quello di non smettere mai di inseguirlo, ma con la consapevolezza che niente e nessuno ti regalerà qualcosa, quindi lotta sempre e solo per te stesso.

La tua mamma”

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Si tratta di un vero e proprio Movimento Generazionale unico nel suo genere, nato a Bologna nel 2015, insieme ai primi passi del torneo internazionale di calcio giovanile under 15 We Love Football.

F” come Football, Fun, Friendship, Fantasy, Family, Female, Food…
Una sorta di contenitore nel quale ognuno di noi può (e deve) inserire idee nuove e fresche capaci di stimolare tutto il mondo sportivo giovanile.
E’ stata l’infinita passione per il calcio, e la necessità sempre più crescente di far riemergere i valori profondi e sani di questa disciplina sportiva tra i giovani di oggi, che hanno spinto Marco Antonio De Marchi a sviluppare sempre più iniziative promosse dall’Associazione di promozione sociale “Amici di We Love Football“.
GENERAZIONE F è fatta anche di storie, di fantasia, determinazione, istinto, motivazione, passione, dedizione e forza di volontà, ma anche di musica, moda, sana alimentazione.

 

 

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