Le regole per diventare professionisti

Le regole per i ragazzi che sognano di diventare professionisti

Innanzitutto diciamo che c’è una sostanziale differenza nel giudicare un calciatore in erba rispetto ad uno già affermato. Se quest’ultimo ha delle caratteristiche che sono ben definite e difficilmente migliorabili, il giovane calciatore ha in se molte doti che ancora devono essere sviluppate e la difficoltà che ci si presenta è quella di prevederne uno sviluppo nel corso degli anni.

Questa è senza dubbio la parte più difficile, cioè individuare un giovane calciatore che nella prospettiva di 6-7 anni possa essere proiettato nel panorama calcistico professionistico.
A causa delle numerosi variabili, è per noi Agenti molto alta la percentuale di errore.

Il mio personalissimo decalogo che andrò a descrivere, è indicato per la scelta di calciatori dell’età di 13-14-15 anni. Tutto ciò lo posso affermare grazie all’esperienza maturata in questi 15 anni di professione. Mi pare ovvio sottolineare che molte di queste caratteristiche mi colpiscono anche nell’individuare o giudicare giocatori più maturi.

1) ATTITUDINE: è la cosa che mi colpisce immediatamente. Il calciatore che ha una vera e propria predisposizione al gioco del calcio accompagnata da una determinazione a perseguire i propri obiettivi è la caratteristica che più mi entusiasma. Anche forse più della tecnica. Sullo stesso piano ci metto il CARATTERE che permette di superare momenti difficili e di non darsi mai per vinto. Penso che un giovane calciatore, avendo queste qualità innate, possa partire con un notevole vantaggio.

2) STRUTTURA FISICA: nel calcio di oggi, una caratteristica importante è la struttura fisica che, all’età giovanile può essere ancora non del tutto sviluppata. Per cui, occorre essere bravi a capire se il ragazzo ha una crescita in evoluzione o diciamo rallentata senza margini di sviluppo.

In alcuni casi però, abbiamo visto che sono diventati giocatori professionisti anche ragazzi non sviluppatisi tanto in altezza. razie ad altre doti sono riusciti ugualmente ad emergere. Lo sviluppo per esempio della forza esplosiva negli arti inferiori, riesce a compensare altre carenze.

3) TECNICA DI BASE: a me è sempre piaciuto il modo di giocare a calcio in maniera propositiva. Qui ha fatto da grande maestro Mino Favini, allora a capo di una della Scuole calcistiche più importanti d’Italia, il Calcio Como.

Prediligo giocatori tecnici o che abbiano una predisposizione a maneggiare lo strumento in maniera più raffinata possibile. Ovvio che non si può nascere con tutte le nozioni a disposizione ma è fondamentale capire i margini di miglioramento che un ragazzo ha. Nel corso degli anni mi sono reso conto che però la sola tecnica non basta per ottenere un risultato importante.

4) CULTURA DEL LAVORO: anche se l’ho messa al quarto posto, credo che sia la caratteristica che ha permesso a giocatori “normali” di diventare giocatori di tutto rispetto riuscendo così anche a vestire maglie di importantissimi Clubs.

La cultura del lavoro è ciò che ti permette di superare i propri limiti. Io credo che si possa dire : o ce l’hai o non ce l’hai !!! Difficilissimo costruirsela…

5) ATTEGGIAMENTO: credo che un ragazzo si riesca a “riconoscere” anche solo guardando un allenamento od una partita. Secondo me è fondamentale avere l’atteggiamento giusto verso l’allenatore, i compagni e perché no anche gli avversari… Portare rispetto è la prima cosa !!! Giocare si con “cattiveria agonistica” ma rimanere sempre dentro le regole. Sono sempre più convinto che avere l’atteggiamento sbagliato possa rallentare la crescita professionale.

6) SPIRITO DI SQUADRA: come tutti gli sport di squadra, è fondamentale capire se il ragazzo è disponibile nell’integrarsi coi compagni o preferisce “vivere” una vita da solista. Il secondo caso è quello più deleterio perché ti causa una naturale esclusione dalla squadra stessa.

7) INFLUENZA FAMIGLIA: questo è un tasto molto delicato ed altrettanto “pericoloso” per la naturale crescita del ragazzo. Nel corso degli anni, in cui ho portato avanti la mia professione, ho constatato quanto sia importante il ruolo dei genitori in questo ambito. In maniera dura e cruda devo affermare che sono stati moltissimi i casi in cui molti ragazzi hanno addirittura smesso di giocare per la troppa pressione ed aspettativa che il genitore trasmetteva al ragazzo stesso. Per cui, nel momento della valutazione, guardo anche questo aspetto e lo ritengo di assoluta importanza. Mai come oggi credo sia fondamentale una collaborazione attiva tra agente e famiglia che deve svilupparsi con un unico scopo : il bene del ragazzo.

8) RAPPORTO RAGAZZO-SCUOLA: considero il percorso scolastico assolutamente utile ed indispensabile per la crescita dei ragazzi. Far combaciare l’impegno scolastico con quello sportivo non è assolutamente facile ma la volontà di portare avanti entrambe le cose, la considero una caratteristica basilare per uno sviluppo completo.

9) RAPPORTO RAGAZZO-AGENTE: il nostro lavoro ha delle responsabilità enormi e soprattutto quando ti devi relazionare con dei ragazzi minorenni. Puoi incontrare ragazzi con caratteri completamenti diversi e devo dire che a me hanno quasi sempre fatto  “colpo” coloro i quali hanno sin da piccoli mostrato una personalità spiccata. In quel caso occorre gestire bene questa situazione per far sì che non sfoci in troppa esuberanza o presunzione, caratteristiche queste alquanto dannose. Ma qui il nostro lavoro può e deve aiutare molto.

10) MENTALITÀ VINCENTE: una delle cose che più mi emozionano è vedere nei ragazzi la volontà di ottenere un risultato mettendo in campo, tutto ciò che hanno. È uno spettacolo vedere lottare fino all’ultimo minuto un giovane calciatore o magari vederlo anche trascinare l’intera squadra al successo. Se hai nel DNA questa caratteristica, beh, parti sicuramente con una marcia in più !